Arrivano due ragazzi rumeni in urgenza. Uno dei due ha mal di denti e non parla bene italiano, quindi spiego all’altro che il dente del suo amico è da devitalizzare. Per fare in modo che capiscano meglio decido di utilizzare le mie doti pittoriche e di fare un disegno. Comincio a disegnare le 2 radici (forse sono un po’ troppo tonde), poi disegno la corona (forse è un po’ troppo ovale) e, mentre parlo, mi accorgo che invece di un dente ho disegnato un bel un belino (come si dice a Genova) gigante, di quelli che si vedono disegnati sui muri! Non paga dello scempio, continuo il mio discorso cercando di mantenere un contegno.
Ad un certo punto guardo in faccia la Fanciulla, i miei occhi incontrano i suoi, lei guarda il foglio, rimaniamo serie per una frazione di secondo per poi uscire di corsa dalla stanza. Ridiamo come due matte. Da fuori sentiamo che ridono di gusto anche loro. Rientro (non ho più faccia) per finire il mio lavoro, ma non riusciamo a smettere di ridere (nessuno dei quattro). Quando se ne vanno spero non ritornino più in questo studio o per lo meno che non si presentino nei giorni in cui lavoro io.
E invece 15 giorni dopo si ripresentano. Non c’è Gallo, non c’è Capo, ci sono solo io.
F (Fanciulla): “Ci sono i ragazzi rumeni! Quelli del disegno. Sono in urgenza.”
SD (Superoronza in versione dottoressa): “Digli che non ci sono! Digli che non ci sono!!”
F: “Jessica Rabbit ha già detto loro che ci sei”
SD: “(Mortacci sua!) Digli che c’è troppo da aspettare, falli venire domani” (Speriamo che se ne vadano, domani c’è Gallo)
F: “Hanno detto che aspettano perchè il mal di denti è troppo forte!”
Voglio sprofondare 20 metri sotto terra. Quando entrano la cosa migliore che mi viene da dire:
“Oggi non faccio nessun disegno, ok?”