Il corso preparto (prima parte)

Puntate precedenti:

DATA PRESUNTA DEL PARTO

RISCATTO

LA GRAVIDANZA


A febbraio ho deciso che avrei rifatto un corso preparto. Ho scelto di andare alla Lunanuova e questa scelta si è rivelata la migliore che potessi fare. Volevo vivere un parto più naturale e meno medicalizzato. Volevo trovare una dimensione in cui essere comoda e sentirmi a mio agio. Paola e Maria (le due ostetriche che ci hanno seguito) hanno fatto in modo che questo mio desiderio diventasse realtà.
Il corso si teneva in un grande sala con parquet, al primo piano di un vecchio palazzo signorile. Luce soffusa, tappeti per terra su cui sedersi, cuscini di varie dimensioni per essere più comode.
Paola è una persona molto dolce che ci parlava come fossimo delle bambine da accudire con amore. Sapeva che troppo spesso le donne incinte sono “maltrattate dalla società”, che ci sono molte ansie e poche certezze, che si ha paura del dolore e che a volte non ci si fida delle proprie capacità.

Così il corso preparto non era un corso didattico, ma un luogo d’incontro dove parlare liberamente di tutto questo, dove raccontare le nostre storie. A mano a mano che ci raccontavamo prendevamo più coscienza di noi stesse e del fatto che eravamo noi le prime a sapere come andava la nostra gravidanza, eravamo noi a sentire i nostri bambini e non c’era bisogno di ecografie tutti i mesi e del parere del ginecologo per averne la conferma. Bastavano quei 3 controlli di routine. Ci sentivamo accudite. Andare al corso era come entrare in una bolla e prendere un po’ di ossigeno assieme ad una buona dose di fiducia e di serenità da serbare dentro di noi come un gioiello fino all’incontro successivo. Pian pianino, tra una seduta di yoga e una chiacchierata, siamo arrivate al mese di maggio con una tale consapevolezza di noi stesse e di quello che di lì a poco avremmo vissuto, di cui essere veramente orgogliose. Tutte avevamo paura, ma tutte sapevamo di essere state preparate nel migliore dei modi e soprattutto che saremmo state in grado di vivere quell’esperienza fino in fondo.

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