Sono sempre stata una persona “cervellotica”. Ma a volte con le preoccupazioni supero me stessa.
Ultimamente (visto che con le paure andiamo meglio) ho notato che il Malandrino è parecchio aggressivo e arrabbiato (perchè mai rilassarsi e godersi i propri figli?). Diciamo che a me sembra “sempre” arrabbiato. E siccome la rabbia mi tormenta da ormai 20 anni, non volendo crescere un figlio arrabbiato, ho comprato un libro della psicologa Alba Marcoli, che si intitola appunto “Il bambino arrabbiato”. Siccome lo sto leggendo nei ritagli di tempo, questo libro è sempre in giro per casa e il Malandrino di tanto in tanto ci gioca.
Un giorno mi ha chiesto:
– Mamma dov’è il libro del bambino arrabbiato che lo voglio sfogliare? (Cosa avrà mai da sfogliare che è un libro senza figure?)
– E’ sul bancone della cucina!
E mentre lui va a prenderlo gli chiedo:
– Ti piace questo libro?
– Molto!
– E perchè?
– Perchè si!
Insisto.
– Ti piace perchè sei un bambino arrabbiato?
– Io non sono un bambino arrabbiato.
Mi risponde lui con noncuranza.
– E che bambino sei? Un bambino felice, un bambino triste…
Lui ci pensa su e mi risponde la cosa più ovvia:
– Io sono un bambino di tutte le facce!
E certo! Lui le emozioni le prova tutte e non ce n’è una che prevarica sull’altra! Sono io che lo vedo sempre arrabbiato, ma lui non si sente così.
Questo episodio mi è rimasto molto impresso e lo racconto a distanza di giorni perchè mi ha fatto rilettere. E come sempre è mio figlio ad insegnarmi qualcosa. A non proiettare su di lui qualcosa che percepisco solo io. Ad ascoltare ed ascoltare, senza pretendere già di sapere. A non vedere un problema anche dove non c’è. A stare un po’ più serena, perchè se si sente un bambino di tutte le facce, forse, sto facendo un lavoro sufficientemente buono.